Ama il cambiamento.

Chi sono

Sono genovese, classe 1968.

La cosa più difficile nello scrivere la mia storia è dare un senso logico e coerente alle diverse esperienze di studio e di lavoro, apparentemente diverse tra loro, che ho fatto nel corso degli anni.

Un eclettismo professionale e formativo che raramente mi ha aiutata lungo la strada. Pare infatti che l’eclettismo per molti sia sinonimo di incoerenza o di incostanza (!) soprattutto se declinato al femminile, mentre per gli uomini è spesso una qualità vincente che funge da trampolino e raccoglie consensi e ammirazione.

Poi, una volta scritte, mi sono resa conto che tutte le esperienze erano raggruppate quasi in modo monotematico in decenni segnati da passioni ed esigenze ogni volta diverse. Un esercizio potente di recupero di identità!

Se è successo anche a te, resta in contatto.

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Tra i 20 e i 30 anni

Dopo il liceo classico frequento l'Università di Lettere di Genova con un indirizzo psico-artistico - che termino in super ritardo con una tesi sul cinema, - a cui affianco un master in ufficio stampa.


In questo periodo inizio con non poche difficoltà la gavetta come giornalista pubblicista, il sogno di un’adolescente cresciuta con i libri dei più importanti giornalisti del secolo scorso, che concludo due anni dopo conquistando finalmente l’iscrizione all’ordine e alcune collaborazioni fisse ovviamente sotto pagate come nella migliore delle tradizioni!

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All'inizio mi occupo di critica cinematografica e di spettacoli presso una radio e alcune testate specializzate. Poi mi dedico come giornalista e ufficio stampa al settore turistico, che mi porta a viaggiare molto e a lasciare finalmente a briglie sciolte la mia indole zingara e felicemente senza radici.


Nel frattempo, però, nutro anche la mia parte pragmatica e razionale (dicasi senso del dovere!) mantenendo un piede nella società di famiglia dove mi occupo di comunicazione e relazioni esterne.


Ma inizio a sentire il bisogno di esprimere una parte più creativa e senza cornici.

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Tra i 30 e i 40 anni

Mi iscrivo prima a un corso di scrittura creativa e poi ad una scuola di sceneggiatura, e inizio a produrre come co-autrice diversi cortometraggi e documentari che presento nei festival di settore.


Da appassionata di crime, noir e thriller (nella narrativa e nel cinema ma anche nella realtà!), mi faccio prendere la mano e organizzo un’incursione in una scuola di specializzazione in criminologia e tecniche investigative che frequento per un anno a Padova.

Nello stesso periodo, come segretaria di produzione sono sul set genovese del film Guido Rossa che sfidò le Brigate Rosse di Giuseppe Ferrara.

A trentacinque anni, dopo molti tentativi fallimentari, riesco finalmente a pubblicare la prima edizione del mio saggio monografico sul cinema di Quentin Tarantino, a cui seguiranno altre due edizioni più una versione tradotta per gli Stati Uniti. Il libro, con il quale vinco un premio nazionale di saggistica contemporanea, diventa la monografia di riferimento del regista per la stampa, i fans e gli addetti ai lavori, e viene adottato come testo di studio per le tesi universitarie sul linguaggio cinematografico degli anni Novanta.


Questa vittoria apre la strada a una nuova passione, l'insegnamento, che mi porta per diversi anni a tenere corsi di cinema e di scrittura narrativa tra i banchi delle scuole medie e superiori e di quelle private.

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Tra i 40 e i 50 anni

A 39 anni accade l'ennesimo cambiamento, questa volta piuttosto repentino, chiassoso e non cercato. Come spesso succede, è un periodo di forte stress fisico e mentale a costringermi a prendere la classica pausa di riflessione e inizio a praticare yoga, pilates e altre discipline olistiche che mi trasformano talmente tanto da decidere di approfondirle in modo professionale.


Così mi iscrivo ad una scuola triennale di counseling, alla quale affianco contemporaneamente la formazione certificata in Postural Pilates e nello Hatha Yoga. Una volta conclusi tutti questi studi nel giro di tre anni mi si apre a sorpresa - e con una facilità per me insolita (!) - una nuova strada.

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Per qualche anno insegno pilates in alcuni studi, poi apro un'associazione sportiva che resterà operativa per sei anni dove mi dedico alla formazione di istruttrici di pilates secondo un mio personale metodo, allo studio e alla ricerca sulle tecniche psicocorporee e alle lezioni mirate alle esigenze delle donne over anta.


Nel frattempo riesco ad apportare un ventata di novità anche nella società di famiglia, dove apro un'area dedicata alla formazione professionale nell’ambito della sicurezza sul lavoro e a programmi e workshop innovativi centrati sull’organizzazione del benessere all’interno delle aziende.

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Oggi, i miei valori

Con l’apertura del blog e del podcast dedicati alle donne over anta sui temi del benessere e del lifestyle, ho recuperato le vecchie passioni e le competenze accantonate, ma ho dato spazio anche a nuovi interessi come quello per la moda e la sostenibilità, che insieme alla difesa degli animali sono diventati una parte importantissima del mio nuovo stile di vita.


Vivo con un cane e due gatti, ogni giorno cerco di abbracciare una filosofia di vita slounge che unisce arte, cultura, natura, relax, lentezza e fitness su misura. Amo il soul, il funky, il fucsia e ballo il blues. Amo i libri, la scrittura e i viaggi. Adoro la ricerca, imparare cose nuove e metterle in pratica. E mi piace condividerle e trasmetterle. Sento il ‘sacro fuoco’ ogni volta che devo scrivere, creare, scegliere le parole e approfondire. Al contrario non sono paziente verso la superficialità, i luoghi comuni, il cattivo uso delle parole e le cose raffazzonate senza grazia.

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Ultimi libri

Ho pubblicato il romanzo Il cuore nel cervello , un’incursione nella narrativa che mi ha dato l’occasione di levarmi qualche sassolino dalla scarpa. In ambito wellness ho creato un manuale sul pilates e un videocorso di allenamento pilates base entrambi realizzati per le esigenze delle donne over50.


Progetti

Tra i miei obiettivi, oltre ad aprire un rifugio per animali anziani e disabili, c’è quello di creare collaborazioni per vedere maggiormente rappresentata la classe degli over-anta nella comunicazione e nella moda, come già avviene nel resto d’Europa, dove il marketing ha iniziato da tempo ad abolire le barriere ageiste e a rivolgersi a questo target (e non solo per le dentiere) che rappresenta la terza economia globale in termini di acquisti.

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Cravattology e la moda sostenibile

Ho smesso di comprare fast fashion per principio e sono alla ricerca continua di brand nuovi ed emergenti, di nicchia, sostenibili e artigianali da provare e promuovere.


Amo la moda ma mi piace fare mie le tendenze, mixarle e usarle per creare qualcosa con cui esprimermi e sentirmi meglio. Mi piace trovare la chiave di lettura di un abito, prima di acquistarlo e indossarlo.

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Ho un debole per lo stile mannish, il vintage nuovo e usato, lo street style e per tutti quei capi che si fanno notare per l’alto potenziale di “beatitudo”, quelli che sai già che quando li indossi possono raddrizzarti la giornata e l’umore, facendo emergere parti di te che non contatti mai.


Da queste premesse, nel 2024 creo Cravattology il mio brand sostenibile di cravatte-gioiello che mette insieme un po’ tutti questi elementi e mi permette di esprimere la moda con un pizzico di follia. Trasformo cravatte vintage e preloved di qualità con l’ausilio di decori e applicazioni a volte decontestualizzati, recuperati o fatti a mano, che mixano stili ed epoche diverse, con l’obiettivo di reinterpretare questo accessorio anche in modo audace per esprimere la personalità di chi lo indossa.