Cravatte per donne: innovazione, stile e potere nel mondo degli accessori-parte 1
Con questo articolo, il primo di una serie già pianificata a calendario che pubblicherò prossimamente, inizio un viaggio affascinante nella storia della cravatta, un accessorio che ha trasformato la moda nei secoli anche per le donne. Perchè le cravatte non sono solo strisce di tessuto attorno al collo; sono simboli di status, innovazione, stile e potere.
Sono appassionata di cravatte sin da ragazzina. Indossavo per gioco prima le cravatte di mio nonno, un uomo che ricordo come il simbolo dell’eleganza maschile d’altri tempi, percepito tale in modo prepotente nonostante non fossi neanche un’adolescente, poi quelle di mio padre.
Ricordo cravatte di tessuto fantastico, di seta e cashmere, che mi veniva voglia di toccare e avvicinare alla pelle come una coccola, che mio nonno abbinava a copricapo di Borsalino impeccabili ed estremamente fascinosi.
All’epoca non ne ero consapevole, ma indossare la cravatta era un modo per fare qualcosa di trasgressivo, per esprimere la parte di me più ribelle e anticonformista, mi piaceva anche l’estetica che rimandava quando avvolgeva morbidamente il collo tra fantasie e colori che davano luce al viso.
Questa passione non è scemata crescendo, anzi, è diventata una parte degli accessori importanti da avere nell’armadio e da considerare nel budget un po’ risicato ma attento alle cose belle della me di trent’anni fa.
Erano gli anni ‘90, periodo di massimo splendore per la cravatta, dove la moda femminile e i maestri di stile dell’epoca le avevano riservato un ruolo d’onore sulle passerelle all’interno di look pazzeschi, sexy e androgini. Ed io, fashionista ante litteram con un debole per lo stile mannish, iniziavo a indossarle sperimentando abbinamenti e modi diversi di interpretarla e di viverla.
La cravatta declinata la femminile, forse ancora più di altri accessori, è un mezzo prepotente di espressione di sè. Ideale per quelle donne che non faticano a esporsi e a farsi notare, evocativa e motivazionale per tutte quelle che invece faticano a uscire dagli schemi e a manifestarsi.
Ogni donna ha la sua tipologia di cravatta più adatta da indossare per gusto, ispirazione e fisicità. Con i suoi infiniti stili, materiali, colori e dimensioni, le donne possono scegliere la cravatta che meglio rappresenta il loro spirito, trasformandola in un vero e proprio manifesto personale.
Si sa, l’abito fa il monaco, perchè quando indossi qualcosa, tutto il tuo essere nel subisce l’influsso e l’ispirazione, e si trasforma in quel qualcosa assorbendone l’energia.
Tra il 2022 e il 2024 per fortuna la cravatta è tornata di moda, ancora più sdoganata e reinterpretata dalle nuove tendenze. E’ proprio in questo periodo che ho deciso di farla di nuovo mia e renderla il mezzo per preservare e ricordare nostalgicamente una fetta di passato fatto di eleganza e di espressione libera. In pochi, infatti, sanno che la cravatta nel corso della storia è stata indossata dalle donne in modo molto più frequente di quanto si pensi e di quanto si faccia oggi.
Così nel 2024 ho creato Cravattology, il mio brand di cravatte vintage e preloved recuperate e trasformate in gioielli che raccontano storie uniche e personali, simbolo di espressione creativa ed energetica capace di esaltare outfit banali o di smorzare quelli più eccessivi, che si inserisce nel progetto di lifestyle e sostenibilità e di moda sostenibile per donne over50 che promuovo negli articoli del mio blog e nei comportamenti di acquisto consapevole a partire proprio dalla moda.
Vediamo in quale modo le cravatte sono state indossate dalle donne nella storia come simbolo di innovazione, stile e potere.
Le origini della cravatta al femminile
Le cravatte hanno radici antiche e scopi funzionali che risalgono ai legionari romani, che indossavano pezzi di stoffa chiamati Focale per proteggersi dal freddo e dalle ferite. Ma non era un accessorio con cui mostrarsi fieramente in pubblico, farlo significava essere deboli e malati all’interno di un mondo, come quello dell’antica Roma, in cui il collo esibito con fierezza nudo e scoperto era simbolo di potenza e virilità.
Tuttavia, la cravatta moderna vede la sua origine come simbolo di status, potere e di appartenenza militare nel XVII secolo, durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), tra i soldati croati che servivano nell'esercito francese e che indossando dei piccoli foulard tradizionali annodati al collo furono notati dai parigini, sempre attenti alle ispirazioni moda. Il nome "cravatta" deriva infatti dalla parola Croatte, termine francese per "croata" . Si trattava di un girocollo di mussolina o seta, secondo i gradi del soldato, le cui estremità cadevano sul petto e terminavano con un fiocco o una nappa.
Pare che Luigi XIV se ne sia innamorato a prima vista diventandone anche un collezionista, ma ispirò anche la sua favorita di corte, la duchessa de La Vallière che divenne la prima indossatrice della cravatta della storia al punto che ancora oggi con la Lavalliere s’intende la cravatta femminile annodata come un farfallino con un fiocco floscio ma esuberante nelle dimensioni, simbolo di anarchia e sregolatezza come era la personalità della duchessa.
Nel ‘600 a ancora più nel ‘700, secolo eccezionale per le trasformazioni storiche e sociologiche che coinvolsero anche la moda, sono diversi i dipinti che illustrano anche le donne con questi girocolli di tessuto, merletto, rouches e dettagli diversi a tema specifico indossati in diverse occasioni sociali tra cui le battute di caccia.
Un’altra cravatta indossata in questo periodo dalle donne è la Steinkerque, che prese il nome dalla battaglia omonima del 1692 in cui gli ufficiali francesi convocati in fretta non ebbero il tempo di annodare bene le loro elaborate cravatte alla moda, e adottarono un nuovo modo di fortuna di indossarla che venne poi copiato da uomini e donne non solo in Francia, ma in tutte le corti europee dove si seguiva la moda francese. Si trattava di una sciarpa di merletto incrociata attorno al collo, le cui estremità venivano passate attraverso un’asola o prese in un punto da una lunga e stretta spilla; qualche volta un fazzolettino di lino o di merletto veniva arrotolato sul davanti.
Nel ‘700 nasce anche il Fichu, un grande fazzoletto triangolare o quadrato in cotone, lino o seta che in realtà era più simile a uno scialle, infatti la sua funzione principale era quella di coprire le generose scollature dei corpetti.
Un altro accessorio interessante e ispirante nato nello stesso periodo è lo Jabot, un ornamento cucito o applicato sul petto di camicie e bluse in pizzo o nello stesso tessuto del capo, storicamente nato per gli uomini alla corte di Luigi XIV ma entrò a far parte anche della moda femminile nell’800 come accessorio ornamentale.
In epoca vittoriana (1837-1901) si afferma il plastrom, una naturale evoluzione delle precedenti cravatte sia per uomini che per donne. Si indossa con un particolare nodo, poi s’incrociano i lembi sul davanti che vengono fermati con una spilla; nella variante femminile ci sono modelli colorati e dotati di volant, pizzi, piegoline e ricami.
La cravatta diventa simbolo di innovazione, potere e stile
La cravatta, tradizionalmente vista come un simbolo maschile di potere e formalità, ha subito quindi una trasformazione affascinante quando è stata adottata dalle donne nel corso delle epoche, ma diventa un vero simbolo di innovazione, stile e potere femminile soltanto nel secolo scorso.
Negli anni '20, un'epoca di grande cambiamento e ribellione, le donne iniziano a indossare la cravatta come atto di sfida contro le convenzioni sociali grazie a Coco Chanel, una delle prime a introdurre questo accessorio nel guardaroba femminile abbattendo le barriere di genere e proponendo un nuovo stile androgino come chiaro segnale di emancipazione femminile. L'innovazione di Chanel non riguardava solo il design, ma anche il concetto stesso di femminilità e potere.
La cravatta di Chanel divenne presto un simbolo di empowerment femminile. Non era solo un accessorio, ma una dichiarazione di indipendenza e di forza. Indossarla significava abbracciare una nuova identità, in cui le donne potevano esprimere la loro individualità senza essere confinate ai ruoli tradizionali.
Negli anni '70 la cravatta torna in auge come simbolo di potere e emancipazione femminile. Questa volta è Diane Keaton nel film Io e Annie a riportarla sotto i riflettori. Il suo stile unico, caratterizzato da cravatte abbinate a pantaloni e gilet maschili, rappresentava una nuova forma di espressione di sé e di libertà. La cravatta non era più solo un accessorio, ma un mezzo per affermare la propria indipendenza e il proprio stile personale, sfidando ancora una volta le norme sociali.
Con l'arrivo degli anni '80, il mondo degli affari vede un numero crescente di donne nelle posizioni di comando. La cravatta diventa un elemento chiave del power dressing femminile, con cravatte oversize sotto blazers strutturati come divisa delle donne in carriera. Donne come Margaret Thatcher utilizzarono questo accessorio per trasmettere autorità e competenza. Le cravatte, spesso abbinate a completi sartoriali, erano scelte con cura per sottolineare il messaggio di professionalità e potere. Questo decennio segnò l'ascesa della cravatta come simbolo indiscusso di autorità femminile.
Nel XXI secolo la cravatta ha conosciuto un'altra trasformazione, diventando un simbolo di stile e innovazione nel mondo della moda con designer come Alexander McQueen e Jean Paul Gaultier, che hanno reinterpretato questo accessorio in modi sorprendenti, audaci e visionari per creare look originali e dinamici.
Oggi la cravatta è più che mai un simbolo di empowerment e stile per le donne. Non è solo un pezzo di tessuto ma un elemento versatile, un potente mezzo di espressione carico di storia e significati simbolici. Indossare una cravatta significa accogliere e lasciarsi ispirare dal suo potenziale di trasformazione.
Spero che questo primo viaggio nel mondo delle cravatte ti abbia ispirato a guardare questo accessorio con occhi diversi. Iscriviti alla newsletter per essere avvisata quando pubblico gli aggiornamenti su questo tema, e se vuoi saperne di più dai un’occhiata alle mie creazioni di cravatte gioiello vintage e sostenibili.
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